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Showing posts from April, 2016

Che scrittore sei?

Forse faccio male ma voglio raccontarmi con i miei racconti o non voglio raccontarmi affatto. Pensavo che pubblicare alcune storie su un blog sarebbe stato sufficiente per attirare l’attenzione di alcuni lettori e di altri scrittori ma non è cosi. C’è ben altro dietro lo scrivere qualcosa: ci sono operazioni di marketing che vanno ben oltre le mie fatiche da scrittore: mi riferisco a sedersi, concentrarsi e scrivere. Ultimamente sono un po’ giù quando penso che mi aggiro in un mondo (quello dell’editoria) di cui non so assolutamente nulla.   Ma devo confessare che non ho molta voglia di saperne di più e ancora meno tempo. Ho cominciato a scrivere storie da bambina e non ho mai smesso. Ultimamente mi sono accorta che esistono varie categorie di (aspiranti) scrittori: Quelli bravi a farsi notare e a farsi pubblicità (a prescindere dalle loro capacità) Quelli che hanno i contatti giusti E quelli che, come me, si nascondono dietro la loro penna (o meglio il loro computer) co

Della serie: Storie principesche senza senso

La guerriera e il mago (o meglio) la guarigione della guerriera Ero seduta su un cavallo pezzato, grigio e bianco, che a passo molto lento trotterellava lungo il campo tagliando l’erba con gli zoccoli. Per non scivolare mi avvinghiavo con le mani e le braccia al mio cavaliere. Aveva un lungo mantello. Il suo colletto alto e rigido mi impediva di vedere che aspetto avesse. Volevo tanto che fosse il mago, il mago di cui tutti parlavano, che viveva sul monte e raccoglieva erbe e sassi, pietre e foglie. E se non lui, almeno un altro mago, un qualsiasi mago. E così pensando continuai il viaggio fiduciosa di essere nelle mani giuste. Ero stanca, tanto stanca. La mia armatura aveva buchi e graffi, l’elmo mi copriva la fronte e il naso, mentre il resto del volto era seminascosto dall’usbergo. Il cavallo, il cavaliere, ed io cominciammo a inerpicarci per una ripida salita, andando su, e più su, lentamente, dondolando. A volte barcollavamo e

Della serie: Storie principesche senza senso

La Principessa senza nome La principessa senza nome atterrò col suo cavallo alato in cima alla collina. Brandendo la sua spada, alzò le braccia forti e candide e accarezzò con la lama i raggi della luna. L’arma luccicò e l’intera foresta con i suoi alberi si alluminò di luce argentea. La principessa lanciò un urlo forte come un tuono e fresco come una cascata e reggendo la spada con entrambe le mani cominciò a infliggere colpì in tutte le direzioni. I suoi lunghi capelli accarezzavano l’erba e gli alberi cominciarono a cadere l’uno dopo l’altro: alberi di tutte le dimensioni: alti e bassi, lunghi come torri e folti come cespugli. La principessa senza nome continuò la sua battaglia, muovendosi in cerchio verso nordovest. Sulla collina delle fitte nuvole cominciarono ad apparire. Uccelli di tutte le specie si alzarono in volo verso il cielo, ma non sapendo dove andare rimasero a volteggiare sulla collina, lanciando grida di dolore e meraviglia. La principessa contin