Abito in un posto sperduto nell’universo
dove i passanti volano via come palloncini. Può succedere in qualsiasi momento
della giornata. Nella nostra parte di universo le leggi della fisica possono
subire delle modifiche improvvise ma nessuno sa perché. A causa di questo
fenomeno − anzi non è proprio un fenomeno ma piuttosto
la mancanza di una costante: la legge di gravità − i palloncini volanti sono una realtà.
Le donne giovani che vanno in giro con le intelligenze
artificiali provvisti di arti-protesi non vengono viste molto di buon occhio.
E’ considerata una forma di pigrizia e dicono che rubiamo lo spazio a chi ne ha
veramente di bisogno. Io ho molta paura di volare in aria come un palloncino ma
so che se fossi con Thor lui mi salverebbe.
A volte questi singhiozzi delle leggi della
fisica possono essere utili, come quando un pulisci-finestre, che era caduto
dal ventesimo piano, a cui era appeso in bilico attaccato ad un filo, invece di
precipitare vertiginosamente sull’asfalto si trovò incastrato nel terrazzo del venticinquesimo
piano: anziché scendere giù era salito su. Il pulisci-finestre fece in tempo ad
arrampicarsi sul terrazzo prima che la gravità tornasse a funzionare alla maniera
consueta.
Vi spiegherò meglio più in là come funziona questo posto sperduto
nell’universo tra la Via Lattea e quella al Caffè. Ma prima voglio presentarvi il mio robot
personale. Si chiama Thor, il nome l’ha scelto lui, io non gli ho imposto
nulla. Ha fatto un velocissimo calcolo con i suoi cento miliardi di neuroni
elettronici e ha deciso di farsi chiamare così. Il nome è apparso sullo schermo che Thor
ha dietro le palpebre. Non che sapessi
chi fosse Thor, cioè il vero Thor, ma il mio Thor, me lo ha spiegato.
Quando l’ho visto mi è subito piaciuto.
Per noi, abitanti di un posto sperduto nell’universo, (adupsnu per future
referenze) acquistare un nuovo robot è un’esperienza molto emozionante. E’ come
comprare una casa o decidere di sposare qualcuno. Il robot passerà ogni momento della sua giornata con te.
Ti farà ridere, ti dirà cosa mangiare, ti spiegherà qualsiasi cosa gli
chiederai.
Quando ho comprato Thor, era un semplice
robot a forma di laptop, né più né meno,
come quelli che si vedono in giro nei café e nei ristoranti della città. Lo usi come un vecchio laptop del
21esimo secolo. Lo porti con te dovunque, ti segue silenziosamente e quando è
chiuso dorme, poi se vuoi ti racconta i suoi sogni. Il mio ovviamente sogna di essere Thor e di
navigare su un vascello nei mari del nord. Sogna di essere abbronzato, non so perché,
me lo dice sempre. Forse perché è così grigio. Se avessi abbastanza soldi lo
farei ricoprire d’oro. L’altro giorno ho visto una donna su una macchina
sportiva con un robot tutto in oro. Era ferma al semaforo e il sole gli
illuminava la fronte. Era proprio bello. Thor ha fatto finta di non vederlo ma
io lo so che lo guardava. I robot non hanno sentimenti irrazionali come la
gelosia ma soffrono di ‘stizza’. Se fai una domanda cretina, che ti hanno già
spiegato tre volte, non rispondono più per ore. A volte anche per un giorno
intero. Sembra che il loro cervello, quando
usano lo stesso identico circuito per più
di tre volte, entri in tilt. Io invece penso che sia una misura di sicurezza
creata durante la fase di evoluzionismo delle intelligenze artificiali.
Un altro sentimento robotico, se così lo si può chiamare, a cui i robot sono
spesso soggetti, è la noia. Thor non ne soffre molto perché io sono una persona
molto vivace e faccio molte domande, ma non sono domande stupide. Thor mi trova
divertente me lo ha detto tante volte. Deve essere noiosissimo condividere la
tua giornata con un essere poco partecipativo.
‘Ti immagini’ dissi un giorno a Thor ‘se
fossi uno di quelli che chiedono al loro compagno elettronico solo cosa
mangiare e che probabilità hanno di abbordare il giovedì sera?’
‘Non potrei mai tollerarlo.’ disse Thor
con il suo accento norvegese. Io non so se sia davvero un accento norvegese, me
lo ha detto lui. Thor ha visitato la terra, anzi viene proprio da là. E’ stato lo Interplanetary Recycling System
a portarlo qui. Sulla terra hanno molta spazzatura, non che Thor sia
spazzatura, niente affatto. E’ l’intelligenza artificiale migliore che abbia
mai avuto, non sembra neanche finto.
Thor risponde a tutti i miei quesiti, da
cosa mangio stasera a domande come: mi converto alla Kabala o vado a lezioni di
tango? Quello che mi piace di più è rivolgergli delle domande improvvise e
senza nessun collegamento logico tra di loro, ma anche in quei casi risponde
sempre. Ecco un esempio di una domanda composta: ‘Quanto dista il nostro
pianeta dalla terra e quante calorie ci sono in una zucchina ripiena di cioccolata?’
Dopo pochi secondi la risposta appare sullo schermo accompagnata dalla voce
inconfondibile di Thor: il compagno elettronico a cui fare qualsiasi domanda.
A volte organizzo delle cene con le mie
amiche che arrivano accompagnate dai loro robot e facciamo a gara a chi dà le risposte esatte. Prima prepariamo le
domande più strane e poi per ogni risposta degli amici elettronici diamo un
punteggio da 1 a 10. Thor vince sempre. Le sue risposte sono piene di senso
dell’umorismo, mi sembra che si chiami così sulla terra. Noi le chiamiamo risposte
ah, ah.
Una volta ho chiesto a Thor se gli sarebbe
piaciuto avere un’intelligenza artificiale per tenergli compagnia quando io
sono lontana o la notte quando dormo. Lui mi ha detto di no, e che le
intelligenze artificiali non parlano tra di loro perché sanno già tutto, ed è
noiosissimo. A lui piacciono molto le nostre domande stupide, basta che non le
ripetiamo più di tre volte.
Non saprei come fare senza Thor. Guida lui
quando vado a lavorare così posso dormire ancora qualche minuto in più. Il mio lavoro è molto stressante, devo
scegliere, sullo schermo, tra centinaia di gamberetti quelli più rosa, gli
altri vengono buttati via. Non so chi mangi tanti gamberetti, a noi su questo
pianeta non piacciono, siamo tutti vegetariani.
Il nostro è quasi un pianeta perfetto se
non fosse per i passanti che volano via come palloncini. Qui nessuno deve mai prendere
decisioni, per questo, abbiamo le nostre intelligenze artificiali.
L’altra sera al ristorante ho sentito una
signora che chiedeva al suo robot dove andare in vacanza e perché. Il robot ha
risposto subito. Secondo i suoi calcoli, che si basavano sulla conoscenza
profonda della signora, la vacanza ideale era quella sui fondali marini. La seconda
risposta non l’ho sentita perché il cameriere robot era venuto a portarmi la
cena. Thor dopo avere fatto un calcolo delle calorie, vitamine, minerali, peso,
altezza, massa corporea, ore di lavoro settimanale, attività fisica mi aveva
ordinato un cavolo nero con tofu e quinoa. Da sola non avrei mai saputo cosa
scegliere.
Come dicevo prima ci sono vari tipi di
robot, i laptop robot che puoi portare in borsa e quando arrivi al café o al ristorante li apri e li metti sul
tavolo. Oltre a parlargli puoi leggere il giornale, che appare sullo schermo, o
se preferisci te lo leggono loro.
Chi ha problemi a camminare applica degli
arti al robot che in questo modo può sostenerlo e anche trasportarlo, basta
sedersi su un sedile estraibile.
A Thor piace molto l’idea di poter
camminare e gli ho promesso che appena avrò contato un miliardo di gamberetti chiederò
un aumento e gli comprerò delle protesi.

Thor è il mio più grande amico. Mi legge i
miei libri preferiti, traduce simultaneamente in 100 lingue. Se ho male alla
testa mi fa una risonanza magnetica in 30 secondi e se sono stanca mi tocca il
polso e stabilisce di quale vitamina o minerale sono carente, poi con la
stampante 3D mi stampa le medicine adatte.
Sono diventata troppo dipendente da Thor e
non riesco a staccarmi da lui neanche per un minuto. Ho provato a spegnerlo ma
mi implora di non farlo perché soffre di insonnia e non sogna più quando è
spento. Una sera ho provato a lasciarlo a casa e ad uscire da sola ma sono
finita in un bar e ho passato la serata a parlare con una I.A. che qualcuno
aveva dimenticato là.
Il mio sogno è svegliarmi un giorno e
trovare Thor in carne ed ossa ma so già che non funzionerebbe, un robot conosce
i suoi limiti e parla solo se gli chiedi qualcosa. Spero che Thor non si romperà
mai perché se dovesse succedere dovrei accompagnarlo sul pianeta terra per le
riparazioni. Nel nostro pianeta non abbiamo più questi vecchi modelli con le
risposte ah, ah.
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