Translating your own work is not always easy and usually I tend to rewrite it by adding and changing parts of it. I hope you'll like it, if you do let me know which version you prefer. Thanks.
LIFE MAP
We all live by a map, a personal map; let's call
it 'life map'. On this imaginary map everything stands, precariously positioned
and carefully maneuvered at times. In my life map I stand right in the middle
surrounded by beige paper that resembles the desert in winter (if there is such
a thing, and may be there is); not far from me (a little red flag), joined by a
winding road full of unforeseen bends and slopes, there is my job and at that
precise point a black flag waves when the wind blows. Close to me (the red
flag) there is a house, my house, crammed with things and people to the rim,
but in reality there is only my lodger and I living there. The house is tiny
and I live under the staircase, although in reality, that's not true, it's just
my metaphorical way to describe the lack of space and privacy that I experience
on a daily basis. Another thread links the red flag (me) with a far away house
in a far away country and this thread seems to be getting thinner and thinner
by the hour and will, one day, altogether disappear and that's what makes my
map tremble and shake even when there is no wind and it isn't winter. On the
top right corner there is a purple flag in the shape of a flower and a thick
thread connects this flower with the red flag. This is my imagination post and contains all my papers: scripts short stories,
long stories and it stands right next to the dream post (the azure flag) full
of imaginary literary agents, critics, co-writers and producers –some of whom
I've never spoken to, some have rang me but I've never answered while others
are the sole fruit of my imagination and I hold regular conversations with them
usually while in the bath tub.
I could always put new things on the map but
people and friends are getting scarcer these days and I have little time but
for my 'papers'. Once I thought that it would have been a good idea to place a
little garden on my map, so I stabbed a little green flag onto the map and I
traced the road that goes from my house to 'Waterlow Park' in Highgate. But whenever I go there my bench is always free, waiting for me and my papers and
notebooks. Although to be fair, once there, I don't really write; I just jot
down any idea that comes to trouble my mind and I spend the rest of the time
looking at the birds and the trees, at their leaves moving and at the branches
growing. What a lovely place, so conveniently placed between the ubiquitous
Tesco (just across the road) and an old romantic café where one can buy tea and
ice creams or even both, a perfect combination of the new with the old that
works wonders. But this of course has nothing to do with my map. On its
periphery my old friends stand, peeping into it but so far away that if you
don't look closely enough you might confuse them with the remains of an old
picture frame.
On the bottom left corner there are the ghosts
of 'once upon a time' popular people and
old lovers, their flags in tatters, and I know I should bin them but I've been
postponing it for years and one day soon they will drop off of their own
accord. I have never been too eager to manipulate and influence life's events
one way or another and that's why my map is not finished yet and it's still uncompleted...but if you have a better one please tell me
how you do it and I might even learn from you!
LIFE MAP
Questo non è un vero diario, come ci si
aspetterebbe, ma è una mappa, è così che ho deciso di scriverlo. Qui non è il
tempo a dettare legge ma lo spazio. I miei punti di riferimento non saranno gli
eventi ma i miei pensieri. Che differenza fa? Nessuna, cambia solo la chiave di
lettura, non saprete mai cosa abbia fatto ma solo quello che ho pensato, non
saprete mai dove sia stata veramente ma conoscerete esattamente le coordinate,
la latitudine e la longitudine della mia mappa immaginaria che è lo specchio
della mia traballante esistenza.
Noi tutti viviamo seguendo una mappa personale, la
voglio chiamare Life map, consumata e logora come quella a cui si
attacca con tutte le sue forze un naufrago senza speranze. Su questa mappa
immaginaria viene posizionato in maniera
traballante tutto quello che abbiamo, mosso a volte con grande cautela da un
punto all'altro. Nella mia Life map io mi trovo al centro, circondata da
carta beige che somiglia al deserto in inverno (sempre che nel deserto ci sia
l'inverno, e chissà forse c'è). Non lontana da me (la bandierina rossa),
collegato da una lunga strada tortuosa piena di curve e salite, c'è il mio
lavoro e in quel punto preciso sventola una bandierina nera quando soffia il
vento. Vicino a me (il segnaposto rosso) c'è una casa, la mia casa, piena di
cose e gente sino a scoppiare, ma in realtà questo non è vero ci abito solo io
e la mia inquilina; la casa è molto piccola e io vivo nel sottoscala, ma anche
questo non è vero, sto soltanto usando una metafora per descrivere la mancanza
di spazio e privacy delle mie giornate. Un altro filo collega la bandiera rossa
(io) con una casa lontana in un paese lontano e questo filo va assottigliandosi sempre di più e un giorno
scomparirà del tutto, ed è questo che fa tremare e muovere la mia mappa anche
quando non c'è vento e l'inverno è
passato da un pezzo. A destra in alto si trova una bandiera viola a forma di
fiore e un filo spesso collega questo fiore (la bandiera viola) con la bandiera
rossa (io). Questo è il luogo della mia immaginazione e contiene tutte le mie
carte: copioni, storie brevi, storie lunghe, e si trova accanto al luogo dei sogni, segnato dalla bandierina
azzurra, pieno di agenti letterari immaginari, critici, co-autori, e produttori
– con alcuni di questi non ho mai parlato; altri mi hanno chiamata ma io non ho
risposto; ed altri ancora sono il solo frutto della mia immaginazione e parlo
regolarmente con loro di solito quando sono immersa nella vasca da bagno.
Potrei sempre aggiungere cose nuove nella mia Life
map ma devo dire che gli amici diminuiscono sempre di più di questi tempi,
assottigliandosi come una sfoglia alla crema fatta bene, ed io, devo
confessare, ho tempo solo per i miei 'fogli'.
Una volta ho pensato che sarebbe stata una buona
idea inserire un piccolo giardino sulla mia mappa, così ci ho infilzato una
piccola bandierina verde e ho tracciato la strada che va dalla mia casa a
Waterlow Park in Highgate. Ma è come imbrogliare un po' perché in una mappa
personale uno dovrebbe avere soltanto cose personali che appartengono solo a
te, e i parchi, come tutti sanno, appartengono a tutti. Ma quando vado là la
mia panchina è sempre vuota e mi aspetta con i miei fogli e i miei taccuini;
anche se devo dire, per essere onesta, che una volta arrivata non scrivo per
davvero, annoto soltanto quelle idee che vengono ad importunarmi e trascorro il
resto del tempo a guardare gli uccelli e gli alberi, le foglie che si muovono e
i rami che crescono. Che bel posto! Piazzato convenientemente tra un
supermercato, dove compro i miei sushi e un vecchio caffè dall'aria romantica
dove si possono prendere tè e gelati, o entrambi se si vuole, una perfetta
combinazione del nuovo con il vecchio che è una vera meraviglia. Ma questo
ovviamente non ha niente a che fare con la mia mappa. Attorno al bordo esterno
si trovano i miei vecchi amici che curiosano da lontano, ma sono così distanti
che se non guardi bene li puoi confondere con i resti di una vecchia cornice.
In basso a sinistra ci sono i fantasmi di quelli che una volta erano persone
importanti o vecchi amori con le bandiere ridotte a stracci. Lo so che dovrei
buttarli nel cestino della carta ma questa decisione la rimando da anni e prima
o dopo cadranno da soli, non sono mai stata molto brava a manipolare e ad
influenzare gli eventi della mia vita ed è per questo che la mia mappa non è
ancora finita e probabilmente rimarrà sempre così, incompleta...senza né nord
né sud, senza est o ovest, solo un ammasso di ricordi e bandierine, alcuni
dimenticati altri ricordati all'infinito. Ma è la mia Life map e se ne
avete una migliore ditemi come fate e magari potrò imparare qualcosa da voi.
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