Il mese scorso sono andata all’Istituto Italiano di Cultura per assistere
alla proiezione di un film di Lorenza Mazzetti. Il film si intitolava “Together”
ed è una di quelle rare gemme del cinema italiano, una vera gioia per gli occhi
e per la mente.
Il film mostra spezzoni di vita quotidiana a cui uno dei due giovani
sordomuti cerca di partecipare: mercati, luna park, pub rumorosi e affollati di
gente che si diverte, si innamora, e che cerca di dimenticare il pesante lavoro
che li attende nella settimana che verrà.
La pellicola in bianco e nero dà un tono spettrale al paesaggio grigio e
fumoso dei cantieri, alla povertà degli abitanti con le loro facce smunte che
si accendono solo durante le serate di baldoria. “Together” fu premiato al
Festival di Cannes come miglior film di avanguardia nel lontano 1956.
La regista scappa dall’Italia a diciassette anni in seguito ai tragici
eventi di cui era stata testimone −lo zio Robert Einstein, cugino di Albert, si
nasconde nei boschi per sfuggire alle persecuzioni razziste. I nazisti, per
vendicarsi, uccidono la moglie e le figlie risparmiando Lorenza che assiste
alla strage− e si rifugia a Londra dove studia e lavora.
Nonostante i suoi 90 anni Lorenza Mazzetti ha ancora lo sguardo di una
bambina birichina. Gli occhi vivaci di Lorenza brillavano mentre raccontava
alcuni episodi della sua vita e gli anni trascorsi a Londra. Qui Lorenza si applicò
con grande determinazione agli studi, iscrivendosi ad una scuola d’arte. Quando
il rettore le chiese perché avrebbe dovuto ammetterla visto che non aveva i
soldi per pagare la retta, Lorenza rispose ‘Perché sono un genio’.
Il resto della serata ha mantenuto i toni alti dell’inizio. La capacità di
Lorenza Mazzetti di raccontare con umorismo e semplicità la storia della sua
vita è rara quanto la sua abilità a fare un film che rimarrà un documento
storico per i posteri.
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